Saturday 27 February 2016

Guardiamo un film – Mr Holmes

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Adoro i gialli, i thriller, i misteri da risolvere, e adoro alla follia il personaggio di Sherlock Holmes. Da ragazzina ero molto affascinata dalla collezione di libri gialli di mia madre. Li osservavo sullo scaffale della libreria, e quando un giorno ho finalmente preso coraggio e chiesto a mia madre se potevo leggerne uno, ricordo ancora quanto lei abbia riso e risposto che sì, potevo leggerli tutti se mi andava. L’ho presa in parola, e li ho davvero letti tutti.

Non ricordo con esattezza quale sia stato il primo, ma sicuramente tra i primi libri gialli che io abbia letto c’è Lo Studio in Rosso di Arthur Conan Doyle, il libro che mi ha fatta innamorare di Sherlock Holmes.
Divoro con avidità ogni nuova proposta cinematografica proposta, e posso ammettere senza dubbi che finora la mia preferita è la versione televisiva ideata dalla BBC. Voglio dire, Benedict Cumberbatch è eccezionale in quello show. Magnifico. Sublime. Ma torniamo a noi.

Questo lunghissimo sproloquio serve solo a introdurre il film che ho guardato con piacere qualche sera fa, e che ha come protagonista – appunto – Sherlock Holmes. Si tratta della versione di Bill Condon, dal titolo, semplice e azzeccato, Mr Holmes. Il celebre detective, in questa pellicola, assume il volto del bravissimo Ian McKellen.


L’originalità della pellicola sta nel fatto che, per una volta, non vediamo Sherlock nei panni dello scattante investigatore di mezza età cui siamo abituati, ma al contrario, è ormai anziano e in pensione. Si è ritirato in una casa in campagna, con la sola compagnia della governate e il di lei figliolo, Roger.
Nonostante l’età il caratteraccio di Holmes è sempre uguale, e anzi, si potrebbe ammettere che è addirittura peggiorato dagli acciacchi causati dall’età. Inoltre, l’ex investigatore inizia a dimenticare le cose, sia presenti che passate, e il fatto di non riuscire a riacciuffare i ricordi di alcuni casi passati lo innervoscice oltre ogni dire.

Roger scopre un giorno che Holmes sta mettendo nero su bianco una sorta di racconto. Il vecchietto gli svela che non si tratta di un racconto, ma di un caso di molti anni prima, il suo ultimo caso per l’esattezza, finito in tale disastro da costringere l’investigatore a ritirarsi a vita privata prima del previsto. Peccato però che Holmes non ricordi come si sia concluso il caso, e che il racconto stilato in seguito da Watson non sia attendibile, perché Holmes è certo che quella raccontata dal vecchio amico non sia la verità.

Grazie all’aiuto del piccolo Roger e delle sue amate api, Holmes cercherà di ripercorrere il sentiero del passato, per cercare di ricordare il vero finale del suo ultimo caso.

Il film mi è piaciuto molto, l’ho trovato molto godibile e ben strutturato. I ricordi del viaggio in Giappone di Holmes sembrano messi lì un po’ a casaccio, come a confondere ancora di più sia lo spettatore che Holmes stesso, ma alla fine si ottiene una risposta anche alla sua presenza nel film.


Ian McKellen è naturalmente bravissimo nei panni del brontolone, vecchio Holmes, e io consiglio la visione del film a tutti i fan dell’eterno investigatore, che come me non sono abituati a una versione molto matura di uno dei volti del giallo più famosi di sempre.

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