Ciao a tutti! Riprendiamo a parlare di libri oggi, e lo facciamo
immergendoci nel tema Reading Challenge di quest’anno. Per questo
mese, la mia sfida letteraria mi chiedeva di leggere
un’autobiografia. Io ho barato un po’, e ho scelto
un’autobiografia un po’ romanzata (perché come sapete adoro i
romanzi) e dalla quale è stato tratto un film molto famoso nel 1985.
Il libro in questione è La mia Africa, della scrittrice
danese Karen Blixen. Il libro racconta alcune vicende accadute
in Africa all’inizio del XX secolo, nella fattoria gestita
dall’autrice stessa. Nel 1985 è uscito appunto anche il film, con
una giovanissima Meryl Streep e Robert Redford, che ha avuto un
enorme successo (e che si è aggiudicato ben 7 premi Oscar.
La trama del libro è molto semplice. L’autrice, sposata col barone
Bror von Blixen-Finecke, gestisce una fattoria in Kenya, che si
occupa soprattutto di piantagioni di caffè, e la cui metà
territoriale è occupata da alcune popolazioni indigene. La Blixen ci
parla di alcuni dei suoi anni più belli in Africa, del rapporto con
gli indigeni, che lei impara a conoscere poco a poco, e soprattutto
della bellezza della natura.
Più che il racconto di una vita infatti il libro sembra quasi un’ode
alla bellezza dell’Africa, selvaggia, delicata e imprevedibile. La
si rivede soprattutto nei due personaggi che l’autrice ci descrive
all’inizio del libro, quali l’indigeno Kamante, che diventa un
po’ l’aiutante prediletto dell’autrice nella gestione della
fattoria, o nella delicata antilope Lulu, addomesticata dall’autrice
e dagli altri abitanti della casa, ma che alla fine ritorna alla
libertà.
Moltissimo spazio è
dedicato alle popolazioni indigene, e alla descrizione delle
differenze tra loro, i loro riti e addirittura il loro sistema
numerario (che esclude il numero 9 e tutti i suoi derivati).
L'autrice descrive anche il rapporto con
i visitatori della sua fattoria, soprattutto europei, tra i quali
Denys Finch Hatton, con i quali, secondo le fonti storiche, la Blixen
ha avuto una storia romantica, ma della quale non si fa mai menzione
nel libro.
L'unica parte che non mi è
piaciuta riguarda la caccia. Ho trovato tristi e crudeli le
descrizioni della caccia ai leoni, delle gite organizzate con l'unico
scopo di uccidere i meravigliosi predatori africani. Un altro pezzo
che non mi è piaciuto riguarda le iguane, quando l'autrice dice di
averne uccisa una perché voleva fare qualcosa con la sua pelle dai
colori mutevoli, per poi scoprire che una volta morto l'animale anche
la pelle perde le sue iridescenze.
Nonostante tutto consiglio la lettura del libro, così come la
visione del film. Senza soffermarsi troppo sulle lunghissime
descrizioni e sugli episodi di caccia, ma leggendo con attenzione
invece gli aneddoti circa i rituali e la legge indigena, e la
bellezza dei paesaggi mozzafiato descritti dalla Blixen.
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