Sunday 29 November 2015

Le Scarpe Rosse

Fonte
Joanne Harris è l’autrice nota soprattutto per il suo Chocolat, libro pubblicato per la prima volta nel 1999 e dal quale è strato tratto il film omonimo del 2001 con Johnny Depp, Juliette Binoche, Judi Dench.

Le scarpe rosse è il seguito di Chocolat, è stato pubblicato per la prima volta nel 2007, e siede nella mia libreria da almeno cinque anni. Ma il Natale si avvicina (yuppieeee!!), e il periodo mi è sembrato particolarmente azzeccato per iniziare la lettura di questo volume. Infatti, se Chocolat è ambientato in un paesino della provincia francese durante la Pasqua, Le Scarpe Rosse è ambientato nella periferia parigina proprio a Natale.

Di cosa parla Le Scarpe Rosse?

Sono passati quattro anni dalle vicende di Chocolat. Vianne e la sua piccola Anouk sono riuscite a sfuggire dalla minaccia dell’Uomo Nero, ma hanno deciso comunque di abbandonare il tranquillo paesino di Lansquenet. Il loro peregrinare è proseguito di villaggio in villaggio, e l’ombra del vento non le ha mai abbandonate, specie da quando Vianne ha dato alla luce la piccola Rosette.
Decidono infine di stabilirsi alla periferia di Parigi, a Montmartre, per la precisione, e qui aprono una nuova, piccola chocolaterie.

Ma qualcosa è cambiato. Dopo la nascita di Rosette Vianne è diventata più cauta. Niente più tarocchi, niente più magie, niente spavalderie. Appende al chiodo il vestito rosso, le pentole di rame per il cioccolato e persino il suo vecchio nome, Vianne. Così, in veste di Yanne, adotta un profilo basso, taglia i capelli, veste di grigio, e finge di essere… normale.
Tutto ciò che desidera è una vita tranquilla per sé e soprattutto per le sue bambine. Sogna per loro una famiglia e un posto stabile da poter chiamare casa, in una cittadina che smetta di additarle come “le straniere bizzarre” e che finalmente le accolga nella comunità.

La piccola Anouk però, che ora ha 12 anni, non è d’accordo. Non riesce a capire le preoccupazioni della madre, e le manca tanto la vecchia Vianne, gli incantesimi e l’allegria contagiosa della sua bellissima mamma.

Così, quando a Montmartre arriva la vivace Zozie de L’Alba, dall’aria frizzante e le scarpe rosso caramella, Anouk (ora Annie) ne resta immediatamente affascinata. Perché Zozie è tutto quello che Vianne era prima che l’ansia per il futuro l’attanagliasse. Zozie è simpatica, vivace, veste di colori sgargianti, non si interessa alle chiacchiere della gente e utilizza dei “trucchetti” per far sì che le cose volgano a suo favore. Trucchetti che svelerà anche ad Anouk, appena appreso che la bambina nasconde un grande potenziale, così come la stessa Vianne.

Non è tutto oro ciò che luccica però, e infatti le ambizioni di Zozie sono molto più complicate oscure. Perché la simpatica straniera è in realtà una collezionista… di vite.

Cosa ne penso?
Partiamo dal presupposto che non amo particolarmente i sequel dei romanzi, perché nella maggior parte dei casi perdono la magia dei volumi precedenti e mi lasciano sempre l’amaro in bocca.
Per Le Scarpe Rosse, questo è valso in parte.
Chocolat è un libro che mi è piaciuto davvero tanto, e risiede nella mia top ten dei libri preferiti. Il suo seguito però non mi ha convinta al cento per cento. E’ stato molto bello ritrovare Vianne, Anouk, Pantoufle e Roux, ma i personaggi hanno perso la caratterizzazione fortissima che li contraddistingueva nel volume precedente.
Vianne soprattutto, che doveva essere la colonna portante del libro, è solo l’ombra di se stessa. Preoccupata per il futuro delle figlie, sembra buttare al vento le credenze e i principi di una vita intera, e non convince il lettore, anzi, lo delude. La bellissima donna dal fascino gitano e l’allegria contagiosa che si è schierata contro un intero paese a Lansquenet, qui sembra piccola e grigia, e addirittura accetta le advances del mediocre Thierry, tipico uomo d’affari sulla cinquantina, pragmatico e attaccato al cellulare. Vianne non lo ama, eppure è disposta a sposarlo perché sa che questo matrimonio darà una dimora fissa alle sue bambine. E peggio ancora, è disposta a viverci insieme nonostante capisca che Thierry è irritato dalla “particolarità” della piccola Rosette.

Anouk è un’adolescente problematica e ingenua (così ingenua e cieca all’evidenza che a tratti vien voglia di schiaffeggiarla), mentre Zozie è veramente tanto antipatica! Le sue intenzioni sono chiare sin dall’inizio del libro (è lei stessa a dircelo), e questo la rende, durante la lettura, ancora più odiosa.

E Roux? Dovè il bellissimo gitano, affascinante e indipendente (al quale non possiamo fare a meno di dare il volto di Johnny) che abbiamo conosciuto in Chocolat? Si comporta in modo diametralmente opposto a quello che ci si aspetterebbe da lui, si tiene alla larga da Vianne perché Zozie gli ha consigliato così (cosaaa??), accetta di lavorare per Thierry perché così può capire che razza di uomo sia e se davvero è adatto a Vianne…

Per concludere, ho letto questo libro perché riprende i temi e i personaggi di Chocolat, ed è stato bello ritrovarli. La scrittura della Harris è  sempre veloce, scorrevole e affascinante, perciò ho divorato il volume in pochi giorni. Tuttavia, avrei forse preferito immaginare da me il futuro di Vianne, Anouk e Roux, invece di ritrovarli ad abbandonare la loro avventurosa vita di vagabondaggi in nome di quella stabilità familiare ed economica che tanto avevano rifuggito in precedenza.

Per questo motivo penso che non leggerò l’ultimo volume della trilogia, “Il giardino delle pesche e delle rose”, che vede addirittura Vianne ritornare a Lansquenet.

Voi avete letto questo libro? Vi è piaciuto? Cosa ne pensate?

Un abbraccio!

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