Sunday 22 November 2015

La bambina che salvava i libri

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Oggi parliamo di un libro di Marcus Zusak diventato forse più noto ai più grazie alla sua trasposizione cinematografica del 2013, Storia di una Ladra di Libri (titolo che si avvicina molto più a quello del libro originale, La ladra di Libri).

Sia il libro che il film sono in circolazione già da un po’, perciò probabilmente ne conoscerete già la storia. Per quei pochi che invece non hanno ancora sentito parlare di questo piccolo gioiellino, ecco la trama:

Germania, 1939, pieno periodo fascista. La piccola Liesel si trova su un treno con sua madre e il fratellino, diretta a Molching, nelle parti di Monaco, dove verrà data in affidamento agli Hubermann, una coppia che si prenderà cura dei bambini, dato che la loro giovane madre, per motivi che non ci vengono inizialmente rivelati, non può più.

Il primo fatto increscioso accade proprio durante il tragitto: il fratellino di Liesel viene preso da un violento attacco di tosse e muore, sotto gli occhi attoniti e increduli della bambina.
Ed è proprio dopo la veloce celebrazione del funerale che Liesel compie il suo primo furto: trova nella neve un volumetto (Il Manuale del necroforo, verremo a sapere dopo) e, senza una ragione apparente, lo prende con sé.

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Ancora afflitta dall’accaduto, e resa ancora più triste dalla separazione con la madre, Liesel arriva a Molching e conosce gli Hubermann: la grossa, severa e arcigna Rosa, e suo marito Hans, il perfetto contrapposto, dolce, mite e gentile.

A Liesel non sarà difficile affezionarsi subito al nuovo papà, e pian piano scoprirà che anche Rosa sotto sotto ha un grande cuore. Hans le insegnerà a leggere, e il primo libro che Liesel leggerà sarà proprio il volumetto trovato nella neve, al quale seguiranno altri volumi, trafugati grazie all’aiuto del suo migliore amico Rudy. Rudy è un bambino vivace e spigliato, che condividerà tante avventure con Liesel. Tuttavia la bambina non può svelargli proprio tutti i suoi segreti. Per esempio, non può dirle che una fredda notte d’inverno un giovane pugile ebreo di nome Max ha bussato alla porta degli Hubermann, e che loro hanno deciso di aiutarlo…

Ad essere sincera, non pensavo che questo libro mi sarebbe piaciuto così tanto. Ma contro ogni mia aspettativa, il finale mi ha addirittura commossa, per quanto non fosse difficile capire dove l’autore volesse andare a parare.

Sì perché la voce narrante di questo libro è quasi “one of a kind”: nientepopodimeno che la Morte stessa. E’ lei che ci descrive la morte del fratellino di Liesel, ed è lei a descrivere tutti gli avvenimenti a venire. Non solo, a differenza del film, la cui storia precede in modo lineare, nel libro la Morte ci da’ un sacco di anticipazioni, piccole e grandi. Così, capitolo dopo capitolo, capiamo già cosa troveremo nelle pagine finali… e nonostante ciò, non sarà facile trattenere una lacrimuccia.


Ne consiglio la lettura caldamente, e anche la visione del film, che conta nomi quali Geoffrey Rush e Emily Watson. 

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