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Lo sceneggiato britannico su Sherlock Holmes, ideato dalla BBC,
è a mio avviso uno dei più riusciti degli ultimi anni. Prendere un eroe famoso
del passato e reinterpretarlo in chiave odierna non è una grande novità, ma il modo in cui viene reinterpretato
fa la differenza. Ecco, lo Sherlock della BBC da questo punto di vista ha fatto
centro.
Benedict Cumberbatch e Martin Freeman sono
fantastici, e ogni fan aspetta con ansia l’uscita della nuova serie. Finora
all’appello ce ne sono tre, e l’attesa agognate prima dell’uscita della quarta
viene smorzata dalla visione degli speciali di Natale (che qui nel Regno Unito
sono quasi un must).
Lo speciale natalizio di Sherlock di quest’anno si
chiama La Sposa Abominevole, ed è
incentrato su un lungo flashback tra passato e futuro. Cosa succederebbe se
prendessimo lo Sherlock e il Watson del presente e li spostassimo nel periodo
vittoriano? Proprio quello che vediamo in queste due ore.
La trama la conosciamo. Watson è un medico che ha
partecipato alla guerra in Afghanistan ed è tornato in Inghilterra ferito ad
una gamba. Si stabilisce a Londra, e mentre va alla ricerca di un appartamento
si imbatte in Sherlock, investigatore privato dalla genialità destabilizzante,
il quale lo invita (senza troppe cerimonie, e dopo aver sfoggiato in modo
abbastanza sfacciato le sue abilità deduttive) a condividere con lui il famoso
appartamento al 221B di Baker Street. Il medico perciò si trova, suo malgrado,
coinvolto nelle investigazioni di Sherlock. Il caso in questione è appunto
quello della Sposa abominevole; Lestrade si precipita al 221B per chiedere
l’aiuto di Sherlock. Sembra infatti che ci sia stato di recente un omicidio,
causato da una sposa… morta alcuni giorni prima. E mentre tutti iniziano a
borbottare sulla vendetta del fantasma, Sherlock si innervosisce e ammette,
senza opportunità di replica, che i fantasmi non esistono, e sicuramente c’è
una spiegazione razionale.
La spiegazione razionale c’è, ed ha, in qualche
modo, un fondo femminista che però non andiamo a indagare in questi luoghi,
anche perché il rischio spoiler è dietro l’angolo.
L’episodio è costruito come una matriosca, un
palazzo degli specchi dove niente è quello che sembra. Una semplice
ambientazione nel passato non è così elementare, perché a un certo punto
entrano in scena (in modo più o meno subdolo) elementi del presente che proprio
non potrebbero essere presenti in epoca vittoriana, e che lasciano Sherlock un
po’ spiazzato. Chi segue la serie regolare e conosce “The Mental Palace” può
intuire già dove si andrà a parare.
In a nutshell: ho adorato l’episodio, e consiglio
la visione a tutti i fan di Sherlock e non. E dopo aver gustato l’episodio,
correte su youtube spulciate il canale
di Federica Prismatic310, perché fa
una recensione AD HOC di tutto l’episodio.
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