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Quello di Hugo
Cabret è uno dei libri che ho letto il mese scorso, ed è forse quello che
mi ha più piacevolmente stupita. Devo essere sincera: non gli avrei dato un
soldo bucato, nonostante io abbia visto il film del 2011 e mi sia anche
piaciuto. Non mi sentivo però spinta a leggere anche il libro.
Tutto finché la mia amica Chris me l’ha
praticamente posato sul comodino ordinandomi di leggerlo. Mai disobbedire a un
ordine! La lettura del libricino di Selznick si è rivelata davvero piacevole,
leggera e interessante, e ve la rigiro. Nonostante si tratti di un libro per
ragazzi, la cosa interessante di questo volume è il fatto che si colleghi a diverse
realtà storiche. Nel libro infatti, oltre a personaggi di pura fantasia – quali
lo stesso protagonista – fanno capolino persone realmente esistite, prime fra
tutte il famoso regista, illusionista e attore francese Georges Méliès.
Ma proseguiamo con ordine. Trama: Hugo Cabret è un dodicenne francese, orfano di padre, che si
ritrova a vivere in una stazione ferroviaria parigina con lo zio ubriacone. Lo
zio però a un certo punto sparisce dalla circolazione, e Hugo, temendo di
essere spedito ai servizi sociali, tiene la cosa segreta, e continua a fare il
lavoro dello zio di nascosto: tenere sotto sorveglianza tutti gli orologi della
stazione e fare in modo che funzionino a dovere.
Hugo infatti è un bravissimo orologiaio, e la cosa
non gli risulta difficile. Allo stesso tempo però, Hugo sta cercando di
aggiustare un marchingegno trovato anni prima da suo padre nel museo nel quale
lavorava: un automa, in grado di
scrivere qualcosa su un foglio di carta. Hugo crede che suo padre prima di
morire abbia aggiustato l’automa e gli abbia lasciato un messaggio, e sta
cercando con tutte le sue forze di ripararlo.
Gli mancano però i pezzi, e li cerca tra i
giocattoli del signor Méliès, un
vecchietto scorbutico che un giorno lo becca a rubare un giocattolo e gli
prende via il taccuino sul quale Hugo ha disegnato minuziosamente i pezzi
dell’automa e il modo per aggiustarlo, oltre ad avere gli schizzi fatti dal
padre. Il signor Méliès rimane molto colpito dai disegni, sembra quasi
spaventato, così gli perquisisce il taccuino e si rifiuta di restituirlo al
povero Hugo. Da quel momento Hugo inizierà a stare alle calcagna del signor
Méliès, lavorerà per lui e conoscerà la figlioccia Isabelle. Insieme
scopriranno il segreto di George Mélièr e quello del vecchio automa rotto.
Méliès è considerato uno dei padri del cinema, insieme ai fratelli Lumière, per via delle
innovazioni tecniche da lui inserite (ha fuso insieme cinema e illusionismo,
dando vita al cinema fantascientifico).
Suo infatti è la famosissima pellicola “Viaggio
nella Luna”, del 1902, il cui fotogramma più famoso è sicuramente quello
della Luna che ha, poverina, un enorme missile nell’occhio.
La storia del cinema dunque è strettamente
collegata al libro, non solo dal punto di vista della trama, ma anche nel modo
in cui il libro stesso è concepito: ci sono infatti intere pagine ricoperte di
illustrazioni, nelle quali sono le figure a raccontarci la storia e non le
parole, proprio come se stessimo vedendo un film. E tra l’altro, all’inizio del
libro, è lo stesso autore che ci chiede di chiudere gli occhi e immaginare il
cielo parigino su una stazione piena di gente, come se fossero fotogrammi cinematografici.
Lettura consigliata, specie se cercate qualcosa di leggero e simpatico!
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