Sunday, 7 August 2016

Guardiamo un Film – Room

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Se cercate un film toccante e delicato, che vi faccia piangere tutte le vostre lacrime e farvi sentire come se qualcuno vi stritolasse gli organi interni, decisamente Room e` il film che fa per voi. Io ho letto il libro, di Emma Donoghue circa 3 anni fa, e ne rimasi colpita gia` allora. Ho aspettato con trepidazione la versione cinematografica, diretta da Lenny Abrahamson, e confesso che e` risultato all'altezza delle mie aspettative.

Room tratta un tema non facile, e lo fa con una delicatezza estrema, perche` tutto e` visto attraverso gli occhi di un bambino, Jack, protagonista della storia insieme a sua madre Joy. All'inizio del film, nelle primissime scene, vediamo una scena di vita quotidiana di Joy e Jack all'interno di una stanzetta. Jack e` un bambino vivace e intelligente, che ha occhi solo per sua madre. Perche` praticamente e` l'unico altro essere umano con il quale lui abbia mai interagito.

Dopo alcune scene capiamo infatti che c'e` qualcosa che non va, e che la scenetta di vita quotidiana non e` idilliaca come sembra a prima vista. Ci viene svelato poco a poco il segreto di Joy: e' stata rapita all'eta` di 17 anni da uno sconosciuto, che l'ha segregata in un capanno, ed e' li` che la ragazza vive da 7 anni, insieme al suo piccolo Jack, di 5 anni (che ovviamente e` figlio del suo rapitore).
Una sera, Jack sguscia via dall'armadietto nel quale Joy lo fa dormire quando il Vecchio Nick (cosi` come chiamano il loro rapitore, dato che non ne conoscono il nome) dorme con lei. L'uomo lo vede e inizia a parlare con il bambino. Joy si sveglia e ne e` scioccata, inizia a colpire il Vecchio Nick e urlargli di non toccare il suo bambino.

L'uomo la picchia, e come punizione taglia la corrente dal capanno nel quale ha rinchiuso Joy e Jack. Da quel momento Joy inizia a pensare ad una fuga, e chiede l'aiuto di Jack, che ora e` abbastanza grande da poterle dare una mano. La cosa non sara` facile, perche` tutto quello che Jack ha visto nei suoi 5 anni di vita e` la piccola stanzetta nella quale sono riunchiusi, e non crede all'esistenza di altre persone, degli alberi o delle montagne.

Con uno stratagemma pero` Joy riesce a far uscire Jack e a fargli chiedere aiuto. I due riusciranno a tornare a casa, ma adattarsi di nuovo alla vita “normale” non sara` facile, ne` per Jack, il cui sistema immunitario, per esempio, deve essere rafforzato, e che deve sempre indossare occhiali da sole fuori casa perche` la luce solare e` troppo forte. Ma nemmeno per Joy, che si sente spezzata, fuoriposto, sbagliata. Durante un'intervista una giornalista le chiede perche` alla nascita di Jack lei non abbia chiesto al suo rapitore di portarlo in un ospedale, cosi` da potergli permettere di avere una vita normale, invece di tenerlo segregato con lei.

Joy e` sconvolta, perche` non aveva mai pensato di poter aver avuto una possibilita` di offrire a Jack una vita diversa, migliore. Tutto quello che lei sa e` che Jack e` la sua ancora di salvezza, quello che le ha permesso di non annegare nella disperazione, che le ha salvato la vita due volte, non una.

La visione del film lascia sconvolti, e agita nella testa tantissime domande. Non solo rigurado la moralita`, la giustizia, l'ingiustizia. Ma anche su noi stessi, sulla vita in generale, su come non siamo capaci di godere delle piccole cose che ci circondano perche` vi siamo cosi` abituati da non capire piu` quanto siano importanti. Diamo la liberta` per scontata, quando invece non lo e`.


Vi consiglio vivamente la visione del film, e se potete, leggete anche il libro. Ci sono piccole parti tagliate dalla storia originale, per ovvie questioni tempistiche della pellicola, e che rendono la storia, se possibile, ancora piu` drammatica. Non potrete fare a meno di innamorarvi di Jack e provare affetto per Joy, e forse dopo guarderete il mondo esterno con occhi diversi.

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