Thursday, 23 March 2017

Reading Challenge (al tritolo!) #14 – Pamela, di Samuel Richardson

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Reading Challenge del mese di Febbraio. La sfida di questo mese era di leggere Un Libro che Non Hai Mai Finito di Leggere. Una sfida facile da un certo punto di vista, e difficilissima dall'altra. Il motivo è semplicissimo: se io inizio a leggere un libro, poi lo finisco. Anche se il libro non dovesse convincermi, o se lo trovassi sciocco, non desisterei, e continuerei a leggere fino all'ultima pagina. C'è stata una sola, singola occasione durante la quale ho desisitito, e chiuso il libro a pochissimi capitoli dalla fine perché proprio non ce la facevo più a leggerlo, e quel libro è Pamela di Samuel Richerdson, l'unico libro che io non avevo mai finito di leggere.

Perché non ero mai riuscita a portarlo a termine? Perché ho odiato con tutta me stessa la protagonista, sin dalle primissime battute, e l'astio nei suoi confronti è salito a disimisura durante la lettura, fino a farmi chiudere le pagine con sdegno e rilegare il libro sullo scaffale a un passo dalla fine. Ma andiamo con ordine.

Pamela è un libro di Samuel Richardson appunto, pubblicato nel 1740, e che ha anche un sottotitolo: Pamela, o La Virtù Premiata. Un libro, che, come si evince facilmente, parla di virtù, buoni sentimenti, sacrificio, e ovviamente dal premione finale dato dalla Provvidenza, Bontà Divina o che Dir si voglia (aka un marito ricco da fare schifo che ti sistema a vita).
Si tratta di un libro epistolare che all'epoca ebbe un successo enorme, tanto che Richardson ne pubblicò un seguito, Pamela II (dal quale ovviamente io mi sono tenuta lontana come dalla peste), e vuole essere un invito rivolto alle giovincelle dell'epoca a rimanere virtuose (aka tenete le gambe chiuse), fedeli ai proprio valori (soprattutto religiosi, ma anche familiari), buone e gentili con tutti, anche con chi non lo è nei loro confronti, perché il loro sacrificio sarà sicuramente premiato.

Il romanzo mi era stato regalato eoni fa, quando in TV hanno iniziato a trasmettere Elisa di Rivombrosa, con Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi, ve lo ricordate? Bene, lo sceneggiato si basa proprio sulle vicende narrate in questo libro, e racconta, in poche parole, le vicende di un ricco gentiluomo che si innamora della cameriera di sua madre.

Fin qui niente di stravolgente. Il problema è che Pamela è odiosa! E risulta odiosa sin dalla sua prima apparizione. L'intento dell'autore è quello di dipingere una ragazza fragile e buona come un uccellino, che resiste fieramente alle tentazioni (sessuali) del suo padrone, e alla fine, grazie alle sue virtù e buoni sentimenti lui si convince (cretino) a sposarla nonostante lei appartenga ad una classe inferiore. In realtà il quadro dipinto è quello di una sciacquetta arrampicatrice sociale, che grazie alle moine, alle lacrime e a una dose indescrivibile di sfacciataggine, riesce a farsi sposare da quel pollo del suo padrone e diventare signora. Della serie, te la do' solo se prima mi metti un anello al dito.

Credetemi, non sono solo io ad aver letto il romanzo in questa chiave. Di quest'opera esistono infatti diverse parodie, che dipingono Pamela proprio in tali termini. La più famosa è quella di Henry Fielding, pubblicata nel 1741 e dal titolo Shamela, gioco di parole che purtroppo in italiano si perde. Il nome infatti suona simile a “Pamela”, ma “Shame”, la parte iniziale del nome, in inglese significa “vergogna, inganno”, e mette in risalto, in modo comico e divertente, il lato sfacciato e bugiardo dell'odiosa protagonista.

Non solo Pamela è antipatica sin dalle prime battute, l'odio nei suoi confronti viene alimentato dalle reazioni dei personaggi di contorno, che non la smettono mai (e dico MAI, per tutte le 668 pagine) di decantare quanto sia bella, quanto sia brava, quanto sia dolce, e quanto è fortunato quel pollo del suo signore ad essersela sposata. Insomma, una noia e un voltastomaco che mai ho trovato prima (o dopo) in un altro libro.


Per amore della Challenge dunque ho terminato di leggere il volume, riprendendo lì da dove lo avevo lasciato (non ce l'avrei fatta a rileggerlo daccapo, lo avrei abbandonato di nuovo). Ovviamente il mio giudizio non è cambiato, il libro non mi è piaciuto e non ne consiglio la lettura a nessuno. Se voi invece lo avete letto e vi è piaciuto molto, vi prego di perdonare il tono piccato della mia recensione, si tratta di gusti personali, e a me purtroppo non ha convinto per niente. Un abbraccio e a presto!

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