Fonte Immagine |
Ho
scoperto Kate Morton nel lontano 2011, quando girovagando –
come al solito – in libreria, sono rimasta colpita dalla copertina
e dalla trama di Il Giardino dei Segreti. L'ho comprato, e
l'ho letto tutto d'un fiato. Sono rimasta folgorata! Era successo
pochissime volte in precedenza che un romanzo mi affascinasse così
tanto, e sapesse trascinarmi all'interno del suo mondo senza fare il
minimo sforzo. Da allora ha recuperato tutte le opere della Morton, e
ogni volta che vedo un nuovo titolo in libreria mi fiondo a comprarlo
a scatola chiusa. Kate Morton è una di quelle autrici che non delude
mai. Ed è stato così anche per la sua ultima fatica, Lake
House (I segreti della
casa sul lago).
Le
prime pagine del romanzo ci fanno conoscere Alice. Sedicenne vivace e
allegra, dall'immaginazione vivida e inarrestabile. Vive in
Cornovaglia, nel 1933, in una grande casa su un lago, insieme alla
sua famiglia. Il suo sogno è quello di diventare una scrittrice, e
per questo motivo scrive un sacco, storie fantasiose, ma soprattutto
gialli. Per perfezionare e farsi consigliare sui punti deboli delle
sue trame, spesso si confida con Ben, uno dei giardinieri della sua
casa, e del quale lei è innamorata. L'estate del 1933 prosegue come
tutte le altre che l'hanno preceduta, fino a quando però, il giorno
del solstizio d'estate, un evento terribile stravolgerà la vita di
Alice e della sua famiglia.
Saltiamo
ai giorni nostri, sempre in Cornovaglia. Stavolta facciamo la
conoscenza di Sadie, una detective che durante un'indagine ha
commesso un brutto errore e messo a repentaglio la sua carriera. I
suoi boss le hanno suggerito (per non dire imposto) un periodo di
vacanza, che Sadie sta passando a casa del nonno.
Un mattino, durante
la corsa suale coi cani di suo nonno, Sadie prende un sentiero mai
esplorato prima, e si ritrova in una radura, al centro della quale
sorge una bellissima casa, a pochi passi da un grande lago. Sadie si
avvicina, e scopre che la casa è visibilmente disabitata. Tuttavia
al suo interno le scene di vita quotidiana sembrano congelate,
sospese, come se gli abitanti della casa da un giorno all'altro
fossero andati via, lasciando lì tutte le loro cose. La ragazza si
incuriosisce e comincia a fare domande sulla casa misteriosa.
Viene
a scoprire che si tratta della dimora degli Edevane, i quali nel 1933
abbandonarono la casa in seguito a un episodio terrible. Il loro
ultimogenito Theo infatti sparì misteriosamente durante una festa
data per celebrare il solstizio d'estate. Il bambino non fu mai
ritrovato, e la famiglia devastata si trasferì a Londra. Una dei
pochi superstiti degli Edevane è Alice Edevane, famosa scrittrice di
gialli contemporanea, alla quale Sadie deciderà di rivolgersi per
fare luce sul caso di Theo.
Come
già detto prima, adoro il modo di scrivere della Morton. La sua
capacità di creare intrecci storici credibili e complessi è a dir
poco lodevole, insieme alle sue descrizioni, particolareggiate e
poetiche, che prendono il lettore per mano e gli fanno provare
nostalgia per tempi e luoghi che non ha mia visitato prima.
Anche
in questo libro, come nei precedenti, si alternano due piani
temporali, il presente e il passato, e le voci di Alice e Sadie si
alternano per dipigere insieme il quadro della vicenda. L'ultima riga
non è per niente scontata, come mai succede con la Morton, e lascia
il lettore sorpreso e commosso.
Altra
costante della Morton sono i personaggi femminili, vere e proprie
protagoniste e pilastri delle sue storie. Forti, determinate,
indipendenti, spiccano dalle pagine con molto più furore rispetto ai
partner maschili, che risultano pallide ombre in confronto. Questo
non toglie nulla alla godibilità del libro, che si divora in pochi
giorni nonostante le sue belle 518 pagine. Provate a leggere le prime
pagine, poi ditemi se non vi siete perse nelle atmosfere di Loanneth,
il portico in legno, le risate dei bambini, le siepi fiorite, il lago
che luccica placido e riflette i raggi del sole estivo...
No comments:
Post a Comment